Carola Baruzzo

Ho 44 anni, sono nata a Sarzana, dove vivo, e sono cresciuta tra Ponzano e Luni, dove abita la mia famiglia. 

Devo fare qualcosa, devo dare il mio contributo

Guardare negli occhi gli effetti delle ingiustizie e dei mancati servizi ti porta a dire “Devo fare qualcosa, devo dare il mio contributo”. Penso di poterlo fare anche grazie all’esperienza amministrativa che ho maturato: la mia passione per la politica e per il sociale mi ha fatto impegnare, fin da giovanissima, nel volontariato e poi in politica, nel Partito Democratico, di cui, dallo scorso anno, presiedo l’Assemblea provinciale spezzina.

Chi sono

Lavoro come operatrice di patronato e il contatto quotidiano con le persone mi permette di conoscere bene le difficoltà che ci sono e le risposte che la politica in questi anni non ha dato ai bisogni. Penso al diritto a una sanità decente, a un lavoro sicuro, all’assistenza sociale.

Come sono arrivata alla candidatura in Regione?

La mia bussola come amministratrice è sempre stata una: trovare soluzioni concrete ai problemi del territorio.

Mi candido a consigliera regionale con l’entusiasmo e la passione di chi crede che la politica abbia senso se è collettiva e condivisa e che debba offrire alle persone soluzioni concrete.

A Luni, sono stata assessora alla Cultura, ai Servizi sociali e alla Pubblica istruzione dal 2012 al 2022. Dal 2014 al 2017 sono stata consigliera della Provincia della Spezia.
Dal 2021 sono presidente del Museo della Resistenza di Fosdinovo e ne sono orgogliosissima, perché l’antifascismo non è una categoria del passato. Le nostre radici, i nostri valori democratici devono essere il faro che ci guida nel costruire un futuro di libertà e giustizia.

Sono sempre stata e resto una ragazza dell’Europa: dopo la maturità scientifica mi sono iscritta alla Facoltà di Scienze della Comunicazione e ho partecipato al progetto Erasmus, che mi ha permesso di studiare all’estero, in Spagna, e di incontrare una nuova generazione da tutti i paesi europei, sentendomi parte di una comunità più grande, aperta e proiettata al futuro: un’Europa unita come l’hanno sognata i padri fondatori. È in questa cornice e utilizzando di più e meglio di oggi i fondi europei che possiamo costruire una Liguria nuova: concreta, giusta, inclusiva.

Lo faremo insieme.

Mi candido perché

dopo anni di governo dei pochi e dei ricchi, è tempo di portare la Liguria fuori dalla palude delle consorterie e di far contare di più il nostro territorio.
È tempo di uscire per le strade, guardare le persone negli occhi e farsi carico dei loro bisogni.



Mi candido perché

la nostra provincia, insieme alla Liguria, sta lasciando indietro i più fragili, chi non guadagna abbastanza per permettersi una sanità sempre più privata o un affitto che costa quanto lo stipendio. La Liguria oggi allontana i giovani in cerca di opportunità di lavoro e di futuro, e scoraggia l’occupazione femminile, più esposta al precariato e alla mancanza di servizi.

Mi candido perché

credo in una Liguria ancorata alle sue radici antifasciste, in un mondo e in un Paese che hanno un evidente bisogno di ricordare la lezione del passato e di difendere ancora di più la libertà, la giustizia sociale, la pace.




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